Le trasmissioni di Raiuno sulla Sindone
Qui di seguito pubblico il mio intervento al Convegno Internazionale sulla Sindone che si è svolto a Roma, presso l'Ateneo Regina Apostolorum, il 13 e 14 dicembre 2016 dal titolo "Vide e credette" - La Sindone, scienza, fede e annuncio del mistero pasquale.
Le trasmissioni di Raiuno sulla Sindone
di Salvatore Tomai
Ho fatto una breve analisi delle trasmissioni televisive che
hanno avuto come argomento principale la Sindone, perché credo che anche una
riflessione sugli ascolti, sull'attenzione del pubblico attraverso il mezzo
televisivo ci possa dare qualche indicazione utile sul 'comunicare la Sindone'.
Ho dovuto limitare la ricerca alle sole trasmissioni di Raiuno
altrimenti non avrei potuto avere il tempo per elaborare informazioni più
ampie.
Sono partito senza nessuna idea preconcetta, ho lasciato che
fossero le informazioni che venivano fuori a guidarmi verso una conclusione che
tocca anche la questione delle 'esigenze scientifiche e le necessità
divulgative' in riferimento alla Sindone.
Le domande che mi sono posto
E mentre analizzavo gli ascolti e i programmi mi sono posto
alcune domande:
- Qual è la risposta degli spettatori (Auditel) di fronte alla
Sindone?
- Che tipo di pubblico coinvolge?
- Cosa provoca la visione della Sindone?
Ho analizzato alcune trasmissioni che mi sono sembrate
significative e sono arrivato alla conclusione che la Sindone continua a suscitare grande interesse, ha una grande capacità
di attrazione.
Ostensione televisiva 30 marzo 2013
Vi voglio parlare delle uniche due ostensioni televisive che ci
sono state finora, cioè quella del 23 novembre 1973 e quella del 30 marzo 2013.
Cominciamo a ripercorrere quest'ultima.
Il suo impianto era chiaramente di carattere liturgico: testi
che si rifacevano ai vangeli, la processione con l’Arcivescovo Nosiglia,
diversi momenti di preghiera, etc..
Il programma è andato in onda dalle 17.18 alle 18.50, quindi per
poco più di un’ora e mezza, e ha avuto un ascolto medio di 2milioni e
134 mila spettatori, con uno share del 13,63%; una copertura netta
di 6milioni 684mila spettatori, cioè le persone che per un minuto almeno hanno
visto il programma, su una platea di quasi 16 milioni di spettatori.
Il dato della copertura netta è significativo perché, in
genere, un programma con un impianto liturgico come ad esempio la messa fa come
copertura netta all’incirca il doppio della media degli spettatori, mentre
qui si è triplicato!
Questo dato, che ritorna anche quando la tv ha documentato altre
ostensioni pubbliche (penso a quella del 1998, del 2000 e del 2015).
Tutto questo significa che la
Sindone suscita una maggiore attrazione.
Di contro, un dato meno confortante è la permanenza - che
rappresenta la percentuale del programma visto mediamente da uno spettatore che
si è fermato per almeno un minuto sul programma, è una specie di indicatore
della fedeltà di visione - nel caso dell'ostensione del 2013 è del 32% contro una media delle messe che è
del 42%.
Ma c'è un altro dato significativo: analizzando la curva
dell'andamento degli ascolti, i picchi si registrano ogni qual volta viene
inquadrata la Sindone e si nota una leggera flessione quando ci sono le letture
di raccordo o i canti.
Questi dati mi suggeriscono una interpretazione azzardata:
l'inconstanza nel dato della permanenza e i picchi evidentemente di spettatori
che subentrano con lo zapping ci fa dire che è come voler ‘vedere Gesù’ e ci
accontentiamo solo di averlo visto… e non di ascoltarlo, seguirlo.
Anche altri programmi di Raiuno che hanno mostrato la Sindone,
hanno avuto un andamento simile, quindi: la
Sindone attira pubblico.
Ostensione televisiva del 1973
L'ostensione televisiva del 1973 non si può analizzare
attraverso gli ascolti, perché l'Auditel non esisteva ancora (nasce nel
dicembre 1986).
Tuttavia presenta altri aspetti intriganti, a mio avviso.
Era la prima ostensione che sfruttava il mezzo televisivo, nella
sua pienezza: cioè contemporaneamente milioni di persone, da diversi paesi,
potevano contemplare l'immagine della Sindone.
E si aveva la consapevolezza del mezzo, infatti l'Arcivescovo di
Torino, il cardinale Michele Pellegrino, disse in conferenza stampa:
"Il mezzo televisivo offre una moderna e aggiornata
tecnica di lettura del prezioso cimelio a milioni di persone
contemporaneamente. Un numero così elevato di spettatori non si sarebbe mai
potuto raggiungere con un'esposizione tradizionale che, fra l'altro comportava
molti problemi organizzativi e logistici e sottoponeva la Sindone al rischio
dell'usura, all'azione degli agenti atmosferici[1].
Era il 23 novembre 1973. Siamo in piena austerity, dovuta alla
crisi energetica, ed era impensabile affrontare costi per organizzare una
ostensione pubblica, in momenti in cui si scoraggiava peraltro gli spostamenti
per limitare il consumo di carburante.
La televisione era la soluzione giusta.
In Italia, la platea televisiva era composta da circa venti
milioni di spettatori, che avevano la possibilità di vedere due canali: il
"Nazionale" - come si diceva all'epoca - e il 'secondo canale' che
iniziava la programmazione alle 17 e terminava prima di mezzanotte, mentre il
primo canale andava dalle 9.30 a poco prima di mezzanotte.
Quindi alle 21 c'era la possibilità di vedere solo due
trasmissioni: o il programma che mostrava la Sindone o - quella sera - "Il
dilemma del dottore" di George Bernard Shaw. Non sappiamo come si sia
divisa la platea dei venti milioni di spettatori, ma siamo certi che di fronte
alla Sindone trasmessa in tv si siano ritrovati credenti e non credenti, illetterati
e professori... insomma un pubblico molto variegato.
Una ostensione pubblica mancava dal 1933, quindi da 40 anni. In
quei 40 anni la Sindone la si poteva vedere, conoscere o meditare solo
attraverso le fotografie. E ricordiamo
che prima delle fotografie di Secondo Pia del 1898, la si poteva conoscere solo
attraverso la stampa di
illustrazioni, miniature, pitture, disegni, che però offrivano un risultato
alterato rispetto alla realtà del lenzuolo.
Quindi la sera del 23 novembre 1973, tra le 21 e le 21.30, diversi
milioni di telespettatori italiani sul "Nazionale" - la Rai1 di oggi
- con televisori in bianco e nero che avevano una definizione nemmeno
lontanamente paragonabile a quella che abbiamo oggi sui nostri televisori.
Fu vista in bianco e nero anche se la ripresa fu realizzata a
colori, e a colori fu trasmessa da diverse televisioni straniere (es.: America,
Francia, Germania e Gran Bretagna).
La Sindone era posta in una cornice, in senso verticale, con la
parte frontale del corpo nella parte bassa.
Si è iniziato con i primi piani del volto dell'Uomo della
Sindone, per circa 30 secondi, e poi il commentatore Fortunato PASQUALINO - un
commentatore di eccezione: scrittore, filosofo ed esperto di argomenti
religiosi e grande comunicatore - per
circa un minuto presenta il lenzuolo che “secondo la tradizione” avvolse il
corpo di Gesù Cristo; e spiega che “l’esposizione televisiva” - come lui
definisce quella ostensione - è stata voluta da molti fedeli italiani e
stranieri che hanno scritto all'Arcivescovo di Torino Michele Pellegrino, che a
sua volta si è fatto promotore ottenendo il placet del papa - da cui dipende
ogni ostensione.
Il papa, Paolo VI, non solo ha autorizzato l'ostensione ma ha
voluto dare il suo contributo di riflessione con un videomessaggio di 7 minuti
e mezzo dove motiva quella occasione con il desiderio di figure come Zaccheo, o
i greci che si rivolsero all'apostolo Filippo dicendo di essere giunti a
Gerusalemme perché volevano vedere Gesù… e "noi come loro vogliamo vedere
Gesù” dice il papa, "vogliamo vedere l’uomo dei dolori”, e suggerisce di lasciarsi
cercare dal fascino misterioso di quella figura che appare in quel "prezioso
e pio cimelio".
Dopo il papa, si torna di nuovo sulla Sindone per una trentina
di secondi con musica e un minuto di commento di PASQUALINO che lancia infine
un filmato sulla storia della Sindone che dura 10’45”, dove si racconta il
percorso che ha fatto il lenzuolo prima di approdare a Torino.
E di nuovo Pasqualino per poco più di un minuto, specificando
che l’ostensione è stata voluta dal Cardinale Pellegrino, e chiude l’ostensione
televisiva 2’40” di dettagli della Sindone senza musica, in silenzio.
È come se si volesse offrire una occasione di meditazione, di
“devota ammirazione” come diceva il Papa nel suo videomessaggio.
Ma perché mi sono soffermato su questa ostensione?
C'è un elemento che ci offre una chiave di lettura, riascoltiamo
le parole tratte dal discorso di Paolo VI:
ricordiamo la viva impressione, che si stampò nel nostro
animo quando, nel maggio 1931, noi avemmo la fortuna di assistere, in occasione
d’un culto speciale tributato allora alla sacra Sindone, ad una sua proiezione
sopra uno schermo grande e luminoso, ed il volto di Cristo, ivi raffigurato, ci
apparve così vero, così profondo, così umano e divino, quale in nessuna altra
immagine avevamo potuto ammirare e venerare; fu quello per noi un momento d’incanto singolare [...]
Un "momento di incanto singolare" ricordato così vivo ancora
a distanza di 42 anni. Il giovane Montini aveva 33 anni, da quella "viva
impressione (che) si stampò nel suo animo" nasce o perlomeno trova
supporto pieno l'ostensione televisiva del 1973, perché ricordiamo che l'ostensione
deve essere sempre autorizzata dal papa.
Questo collegamento ci porta ad una conclusione:
Ogni ostensione provoca qualcosa, che può anche avere sviluppi in tempi lunghi... e nelle direzioni più disparate.
A conferma di questa tesi sappiamo cosa è scaturito dal
desiderio di S.Carlo Borromeo di voler venerare la Sindone nel 1578; altro
esempio, sappiamo cosa hanno significato le foto di Secondo Pia in occasione
della ostensione del 1898.
L'ostensione televisiva del 1973 segna un salto sul piano della comunicazione.
L'utilizzo di un nuovo mezzo segna un salto sul piano della comunicazione... e immagino che i nuovi media possano permettere nuove diffusioni.
La questione dell'autenticità
Sempre in quella ostensione del 1973 c'è un altro elemento
di riflessione su cui porre l'attenzione riguardo la questione
dell'autenticità, Paolo VI disse nel suo videomessaggio...
Qualunque sia il giudizio storico e scientifico che valenti
studiosi vorranno esprimere circa codesta sorprendente e misteriosa reliquia,
noi non possiamo esimerci dal fare voti che essa valga a condurre i visitatori
non solo ad un’assorta osservazione sensibile dei lineamenti esteriori e
mortali della meravigliosa figura del Salvatore, ma possa altresì introdurli in
una più penetrante visione del suo recondito e affascinante mistero.
Solo una quindicina di anni dopo ci fu l'esame del Carbonio 14, che
creò una spaccatura ancora più netta tra chi la considerava autentica e no.
il cardinale Pellegrino, durante la conferenza stampa, disse:
" a prescindere dalla contrastata questione
dell'autenticità della Sacra Sindone; è un ricordo dei più efficaci di colui al
quale tutta l'umanità credente e non credente guarda con venerazione."[2]
Questo potrebbe essere l'atteggiamento con cui porsi nei
confronti di nuovi dati scientifici, anche se contrastanti con la nostra
visione di credenti.
I nuovi dati scientifici vanno solo accolti,
perché porteranno sempre all'incontro con l'Uomo della Sindone.
Roma, 13 dicembre
2016
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